In questa ottica, la mossa di Apple con il sistema Apple Pay è il primo passo per entrare in questo settore particolarmente lucrativo e cercare di prendersene una parte come già oggi fanno altri sistemi tra i quali Square e Paypal.
Apple ha dalla sua una liquidità particolarmente spinta, ad oggi pari a circa 147 miliardi di dollari pari al 10% della liquidità corporate americana, che potrebbe in parte impegnare per gestire in qualche modo i flussi finanziari collegati alle carte di credito.
Il Financial Times ha riportato la notizia che Apple dovrebbe trattenersi lo 0.15% delle transazioni generate da iPhone e dai device Apple, trattenendo una parte del costo servizio previsto, che ad oggi non è stato ancora rivelato.
Tuttavia, dalle parole di Apple, ci si aspetta che il servizio abbia un costo a carico degli esercenti di gran lunga inferiore alla concorrenza, che oggi si muove tra il 2,5% e il 4% a seconda dei circuiti.
Ipotizzando che Apple possa conquistare il 5% del mercato americano elle transazioni con carta di credito, questo si tradurrebbe in un extra gettito per Apple pari a circa 18 milioni di dollari al giorno ovvero 6,7 miliardi su base annua. Con il 3% di impatto a livello mondiale, potrebbe incassare 55 miliardi di dollari all'anno, ben oltre i guadagni realizzati con la vendita di device.
La logica appare molto simile a quanto effettuato in precedenza con iTunes e quanto effettuato da Amazon con il proprio shop, ovvero ridurre potenzialmente i ricavi dipendenti dall'hardware, spostandolo sulle transazioni virtuali.
Ovviamente, per ora i prezzi Apple resteranno quelli che sono, ma questa mossa potrebbe in qualche modo spingere Apple a ridurre i prezzi in futuro contando sui risultati della gestione finanziaria.
Fosse raggiunto quell'ipotetico 3% di quota mercato mondiale, Apple potrebbe trovarsi nella possibilità di dimezzare se non addirittura decimare i propri prezzi spingendo il proprio ecosistema alla massima diffusione possibile.