Secondo le ultime informazioni, il giudice Lucy Koh ha negato le richieste di entrambe le parti in causa: non è ammesso il bando dei dispositivi Samsung che secondo Apple sono delle copie, così come è stata negata la richiesta di Samsung di rifare il processo. In definitiva, no al bando dei prodotti Samsung e nessun riavvio del processo.
Per chi si fosse perso qualche pezzo del puzzle, Samsung aveva chiesto di riavviare il processo perché Velvin Hogan avrebbe avuto degli interessi personali nel sanzionare Samsung. Hogan ha affermato di lavorare presso l'azienda Seagate durante le selezioni della giuria e le eventuali riserve su di lui avrebbero dovuto essere chiarite allora. Avendo Samsung acquisito una percentuale del 10% della società Seagate, gli avvocati della coreana hanno ritenuto che Hogan avrebbe potuto 'vendicarsi' dando il proprio consenso nel sanzionare Samsung. Secondo il giudice, tuttavia, l'obbiezione contro Velvin Hogan è stata presentata troppo tardi, perchè se Samsung avesse vinto la causa non si sarebbe preoccupata di presentare tale richiesta.
Per quanto concerne la vendita dei prodotti Samsung, in seguito al no del bando dei prodotti che sono ritenuti 'cloni' dei prodotti Apple, il giudice ritiene che non è nell'interesse del pubblico l'esclusione dei dispositivi dal mercato. Inoltre, è appurato che le caratteristiche che sono ritenute 'copie' di quelle Apple sono solamente in una piccola quantità rispetto al numero di funzioni originali dei prodotti Samsung, per cui non ha senso bandire i terminali dal mercato.
Naturalmente, quanto emerso oggi non è di certo la conclusione della disputa in tribunale tra Apple e Samsung, per cui avremo modo di parlarne ancora nei prossimi mesi, probabilmente non entro la fine dell'anno.