Che l'uso del PC per scopi ludici o ricreativi fosse proibito sull'orario di lavoro era cosa comprensibile; il trend sull'uso del social networking e dell'istant messaging a lavoro è stato chiarito da una ricerca effettuata dall'agenzia CISCO.
L'indagine è stata condotta a livello globale integrando ben 13 Stati sparsi in ogni continente.
Dati alla mano, in Italia il pugno dei datori di lavoro sembra essere più duro della media riscontrata: Facebook è vietato al 52% dei dipendenti a fronte del 41% totale e Twitter è proibito al 36% dei casi rispetto al 35%.
A non godere di popolarità per i datori di lavoro italiani ci sono anche i programmi di messaggistica istantanea, pc portatili personali e cellulari: ben per il 23% dei dipendenti non è possibile usare gadget personali sul posto di lavoro.
Tra gli indiziati troviamo anche lo shopping online, giochi, lettura di quotidiani, telefonate ecc.