Secondo il Wall Street Journal, infatti, in questi giorni si stanno perfezionando tutti i documenti necessari per lo sbarco in borsa che dovrebbe essere gestito dalla famosa banca d'affari americana Morgan Stanley, che gestirà l'IPO e alla quale parteciperà anche Goldman Sachs.
Il blocco delle contrattazioni nel mercato secondario, ovvero quello dedicato alle azioni ad azionariato diffuso ma non quotate, è stato sospeso per Facebook.
La valutazione di capitalizzazione è stimata tra i 75 e i 100 miliardi di dollari, numeri che appaiono esagerati se paragonati alla prima quotazione di Google, valutato allora per 23 miliardi di dollari, ma capace di generare fatturati e utili decisamente più consistenti e concreti.

Secondo alcune stime, Facebook dovrebbe essere listato al Nasqad per Maggio 2012.
Nell'indice Nasdaq troviamo altri colossi del Web tra i quali possiamo citare Baidu, Amazon, Comcast, eBay, Expedia, Netflix Yahoo e Virgin Media oltre ovviamente al già citato Google.
Facebook si quota a Wall Street: ecco le verita' nascoste

Per essere accettata, la società ha dovuto redarre un documento per la SEC (la Consob americana), chiamato Registration Statement (di 22 pagine), che analizza i potenziali fattori di rischio per gli investitori. In altre parole, sono stati svelati dei segreti finora mai rivelati.
Tra i vari dettagli messi a nudo, si scopre che al padre di Zuckerberg sono stati ugualmente riconosciuti due milioni di titoli, anche se quest'ultimo aveva scelto di non esercitare le opzioni, e che Zuckerberg stesso ha un ruolo di strapotere assoluto all'interno della società.

Secondo quanto riportato dall'autorevole Financial Times "È più potente di quanto Rupert Murdoch non lo sia in News Corp. E gli investitori nel social network dovranno accettare il suo potere e la sua 'insopportabile vaghezza'". Infatti Zuckerberg è finora stato vago sul comportamento che il management terrà nei confronti degli azionisti.
Un altro fattore di rischio è legato al rapporto con Zynga, che frutta al social network ben il 12% ricavi. Se i rapporti con Zynga (che ha sviluppato giochini come FarmVille, FrontierVille, Zynga Poker, eccetera) si chiudessero male (e per esempio la società finisse alla concorrenza), oltre ai ricavi mancati si potrebbe assistere a un esodo di utenti.
Per approfondimenti consigliamo di leggere questo articolo di repubblica.it.