UE contro Google per come gestisce Android

Dopo la maxi-multa da 2,42 miliardi di euro per il caso contro Google Shopping, il colosso di Mountain View è sotto la lente d'ingrandimento per come gestisce il suo sistema operativo mobile Android.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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Dall’antitrust europea sembra non siano finiti gli attacchi contro Google. Dopo essere stata multata per una somma di 2,42 miliardi di euro per essere stata trovata di abusare della propria posizione sul mercato della ricerca promuovendo i prodotti sponsorizzati e mettendo in secondo piano quelli dei suoi concorrenti tramite il servizio Google Shopping, il colosso di Mountain View è sotto la lente d’ingrandimento per come gestisce il suo sistema operativo mobile Android.

Come riportato dall’agenzia di stampa Reuters, la l’antitrust UE ha commissionato ad un gruppo di esperti di dare un secondo parere sulle politiche adottate con il sistema operativo Android, in quanto potrebbero essere anti-concorrenziali per i servizi non di Google, i quali sembra che viaggino su una corsia preferenziale sui dispositivi alimentati dalla piattaforma.

Il parere del gruppo di esperti è atteso entro la fine dell’anno. Nel caso in cui il gruppo sia d’accordo con le conclusioni dell’antitrust europea, potrebbe aprirsi la strada che porterà la Commissione Europea a prendere provvedimenti contro Alphabet, la società che fa capo a Google. L’ammenda potenziale potrebbe essere superiore a quella di 2,42 miliardi di euro legata al caso contro Google Shopping.

Non è la prima volta che l’antitrust prova a contrastare le politiche di Google circa la gestione di Android. Le autorità europee hanno ricevuto nel 2013 una denuncia nei confronti di Google che è stata presentata dal gruppo Fairsearch Europe composto da società concorrenti come Nokia e Microsoft, oltre che da aziende importanti quali Oracle, Tripadvisor, Allegro, Expedia, Twenga. Il colosso del web è stato accusato di fare uso del suo sistema operativo Android "come mezzo ingannevole per portare vantaggi chiave alle sue app almeno nel 70 per cento degli smartphone in vendita oggi". Stando a quanto emerso da una intervista rilasciata dal capo dell’antitrust europea al tempo, Joaquin Almunia, al quotidiano internazionale New York Times, i funzionari hanno esaminato il sistema operativo Android già nei precedenti due anni per stabilire se Google ha abusato della sua posizione dominante nel mercato della ricerca web anche nei dispositivi mobili. "Google usa il suo sistema operativo mobile Android come un cavallo di Troia per raggirare i partner, monopolizzare il mercato mobile ed impossessarsi dei dati dei consumatori. Stiamo chiedendo alla Commissione di agire rapidamente e con decisione per proteggere la competizione e l’innovazione in questo mercato critico."

Stando ad un rapporto dell’UE inviato a Google nel mese di Aprile dello scorso anno, le pratiche anti-concorrenziali da parte di Google hanno avuto inizio a partire dal Gennaio del 2011.

"Se Google fosse costretta a disaggregare Google Play da altri servizi di Digital Life, i produttori di cellulari e gli operatori sarebbero liberi di impostare ciò che vogliono per impostazione predefinita potenzialmente innescando un declino nell’uso dei servizi di Google" Richard Windsor, analista finanziario indipendente che segue la concorrenza tra le più grandi compagnie statunitensi e asiatiche di Internet e di telefonia mobile, ha detto in una nota riferendosi al negozio di applicazioni di Google.

Secondo quanto riportato da Reuters, inoltre, l’Unione europea accusa Google di richiedere ai produttori di smartphone di pre-installare Google Ricerca e il browser Google Chrome in cambio di accesso ad altre applicazioni Google, "impedendo ai produttori di utilizzare le versioni rivali di Android. "L’azienda è stata accusata anche di pagare gli operatori di rete mobile e i produttori per installare Google Search solo sui propri dispositivi" riporta l’agenzia.

Nel 2016, in una lettera aperta pubblicata sul blog di Google, il Senior VP e General Counsel Kent Walker della società di Mountain View ha difeso le pratiche di Google spiegando il modello di business e di sviluppo di Android spiegando che la piattaforma è "costosa da sviluppare, migliorare, mantenere sicura e difendersi contro le violazioni di brevetti", per cui la società avrebbe il diritto di chiedere qualcosa in cambio a chi usa i servizi distribuiti via Android. Ha anche aggiunto che il sistema operativo rende "semplice e facile" per gli utenti scaricare applicazioni alternative, comprese quelle in diretta concorrenza con Google. 

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