Google, il CEO Sundar Pichai annuncia 12mila licenziamenti

Dopo i tagli della propria forza lavoro annunciati da Microsoft, Twitter, Amazon e Meta anche Google ha previsto di licenziare parte del suo personale: 12mila dipendenti. Anche l'azienda di Mountain View si trova a dover ridurre i costi in un periodo difficile dal punto di vista economico, dopo aver assunto molte persone nel periodo di pandemia.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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Il CEO di Google e Alphabet Sundar Pichai in una comunicazione destinata ai dipendenti di Google, e resa pubblica tramite il blog ufficiale dell’azienda, ha condiviso la decisione di ridurre la propria forza lavoro complessivamente di 12.000 unità. Ai dipendenti interessati con sede negli Stati Uniti è stata già inviata un’e-mail dedicata, mentre quelli con sede in altri paesi la riceveranno più avanti.

"Ho delle notizie difficili da condividere." scrive Pichai in apertura della sua lettera, assumendosi la piena responsabilità delle decisioni prese che hanno portato a questa decisione: "Abbiamo deciso di ridurre la nostra forza lavoro di circa 12.000 ruoli. (…) Questo significherà dire addio ad alcune persone incredibilmente talentuose (…) con cui abbiamo adorato lavorare. Sono profondamente dispiaciuto per questo. Il fatto che questi cambiamenti avranno un impatto sulla vita dei Googler pesa molto su di me e mi assumo la piena responsabilità delle decisioni che ci hanno portato qui.". Rivolgendosi ai dipendenti di Google che dovranno lasciare l’azienda, il CEO Pichai dice: "grazie per aver lavorato così duramente per aiutare le persone e le aziende di tutto il mondo. I vostri contributi sono stati preziosi e ve ne siamo grati. (…) Come azienda di quasi 25 anni, siamo destinati ad attraversare cicli economici difficili."

Questi licenziamenti annunciati da Google vanno ad unirsi a quelli annunciati nelle scorse settimane da altre grandi aziende del settore tecnologico. Tra queste ricordiamo gli 11mila licenziamenti annunciati da Meta (pari a circa il 13% del totale), i 18mila licenziamenti annunciati da Amazon (pari a circa l’1% del totale), i 10mila licenziamenti annunciati da Microsoft (pari a circa il 5% del totale) e poi ancora Twitter. Il motivo dietro la decisione di Google di licenziare in massa un gran numero di dipendenti è in linea con quello espresso da queste altre aziende appena citate: nel periodo della pandemia il numero di assunzioni è stato importante  per far fronte all’aumento della domanda nel settore digital, domanda che non è più così elevata oggi non solo per il ritorno alla normalità post-pandemia ma anche a causa della situazione economica globale gravata dall’inflazione.

Riguardo al futuro, Google intende continuare ad investire, soprattutto sullo sviluppo di tecnologie alimentate dall’intelligenza artificiale: "Negli ultimi due anni abbiamo assistito a periodi di crescita drammatica. Per eguagliare e alimentare quella crescita, abbiamo assunto per una realtà economica diversa da quella che affrontiamo oggi." spiega Pichai. "Sono fiducioso dell’enorme opportunità di fronte a noi grazie alla forza della nostra missione, al valore dei nostri prodotti e servizi e ai nostri primi investimenti nell’IA. (…) dovremo fare delle scelte difficili. Pertanto, abbiamo intrapreso una revisione rigorosa delle aree e delle funzioni dei prodotti per garantire che le nostre persone e i nostri ruoli siano allineati con le nostre massime priorità come azienda. I ruoli che stiamo eliminando riflettono il risultato di quella revisione. "

Google ha intenzione di sostenere i dipendenti che saranno licenziati mentre "cercheranno la loro prossima opportunità". Al personale negli Stati Uniti che se ne andrà da Google, l’azienda ha previsto di: continuare i pagamenti durante l’intero periodo di preavviso (minimo 60 giorni), di offrire anche un pacchetto di fine rapporto a partire da 16 settimane di stipendio più due settimane per ogni anno aggiuntivo in Google, di pagare i bonus del 2022 e le ferie rimanenti, di offrire 6 mesi di assistenza sanitaria, servizi di inserimento lavorativo e supporto all’immigrazione. Il personale al di fuori degli Stati Uniti che lascerà l’azienda, invece, riceverà trattamenti in linea con le prassi locali.  

La lettera completa di Sundar Pichai si può leggere all’indirizzo blog.google/inside-google/message-ceo/january-update/ 

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