Facebook chiede agli utenti le proprie foto di nudo per prevenire il revenge porn

Meglio prevenire che rialzarsi da un imbarazzo dopo: chi teme che proprie foto esplicite possano essere condivise da altre persone su Facebook o Instagram puo' inviarle alla società per impedirne l'eventuale condivisione pubblica futura.

Scritto da

Simone Ziggiotto

il

Facebook sta sperimentando una nuova difesa per combattere il revenge porn, vale a dire la ‘vendetta porno’ ossia la pubblicazione su internet di immagini compromettenti di ex fidanzate o ex mogli senza il consenso degli interessati ma per il solo scopo di vendetta. La nuova difesa è in fase di test in Australia.

Stando a quanto riportato dall’Australia Broadcasting Corporation (via The Verge ed Engadget), Facebook ha collaborato con l’e-Safety Commissioner del governo australiano per lanciare un programma pilota volto non solo a limitare la diffusione della pornografia per scopo di vendetta (il revenge porn) prevenendo del tutto la diffusione di immagini esplicite di chi ne fa richiesta.

Dopo Google e Microsoft, anche Facebook ha deciso nello scorso mese di Aprile di prendere una posizione contro il revenge porn, uno dei comportamenti più di tendenza su Internet, lanciando una serie di strumenti volti a contribuire a fermare la diffusione di immagini intime una volta che sono state segnalate attraverso il suo sito. Se chi si trova in queste immagini dice a Facebook che le foto sono state condivise senza il suo permesso, la tecnologia di riconoscimento delle immagini di Facebook alimentata dall’apprendimento automatico diventa poi in grado di individuare immagini simili se qualcuno prova a condividerle successivamente, impedendone la pubblicazione su Facebook o altre proprierà della società quali Instagram e Messenger. Con il nuovo strumento, Facebook va ad usare quella stessa tecnologia per prevenire del tutto la condivisione di questo tipo di immagini, non solo dopo che sono state già condivise almeno una volta e segnalate per il blocco futuro.

L’Australia è il primo paese a testare il nuovo sistema, che sta facendo comunque discutere per come funziona. Chi teme che delle proprie foto esplicite possano essere condivise da altre persone su Facebook, Instagram o su altre proprietà di Facebook puo’ farlo sapere all’Ufficio per la sicurezza elettronica australiano compilando un apposito modulo che l’ufficio invia poi a Facebook. Adesso arriva la parte che potrebbe sembrare un controsenso ma è del tutto logica: dopo che il rapporto è stato raccolto, alla persona viene chiesto di inviare le immagini che teme possano iniziare a circolare nei social a Facebook tramite Messenger, cosi’ la tecnologia di Facebook puo’ archiviare quelle immagini e bloccarle se qualche altra persona proverà a condividerle online.

Facebook contro il Revenge Porn come Google e Microsoft

Facebook contro il Revenge Porn come Google e Microsoft

Il nuovo sistema è facile quindi da capire come funziona: la persona che sa che delle proprie foto in cui è nuda o che ritiene siano compromettenti sono in possesso di un’altra persona e teme che possano essere condivise pubblicamente, prima che cio’ accada le invia a Facebook privatamente in modo che la tecnologia della società le possa bloccare da futuri tentativi di condivisione. Il sistema lanciato in precedenza, invece, blocca le immagini solo dopo che sono state condivise pubblicamente almeno una volta e dopo che è stata fatta esplicita segnalazione dalla persona coinvolta.

"Non si salva l’immagine, si memorizzano informazioni ad essa associate e si utilizza l’intelligenza artificiale e altre tecnologie di foto-corrispondenza cosi’ se qualcuno cerca di caricare la stessa immagine, che presenta la stessa firma digitale o valore di hash, sarà impedito il caricamento" ha spiegato Julie Inman Grant dell’e-Safety Commissioner australiana ad una intervista rilasciata ad ABC. 

Anche se Facebook utilizza un sistema di hashing (un algoritmo matematico che trasforma dei dati di lunghezza arbitraria in una stringa binaria di dimensione fissa chiamata valore di hash) per evitare di memorizzare direttamente le foto o i video sui propri server, come convincere le persone ad inviare delle proprie foto di nudo alla società? A chi fa questo pensiero trovare una risposta è semplice: meglio preventivamente inviare le proprie foto in cui si è nudi privatamente a Facebook piuttosto che rischiare che diventino pubbliche per colpa di qualcun altro. E’ sempre meglio "prevenire che curare" rischiando di rimanere imbarazzati per immagini personali apparse online. Certo, evitare di scattarsi foto in cui si è nudi o si fanno cose esplicite e inviarle anche solo alla persona con cui si sta è preferibile, poi ognuno è libero di fare cio’ che vuole.

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