TikTok Lite, l’app che ricompensa per anche guardare video

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Redazione Pianetacellulare

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TikTok ha lanciato in alcuni paesi europei la sua nuova app ‘Lite’ con la quale offre delle ricompense agli utenti maggiorenni che svolgono determinate attività in-app. La Commissione UE vuole far luce su questo programma perché teme possa creare dipendenza e mettere a rischio la salute mentale degli utenti.

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TikTok paga gli utenti per svolgere attività in-app – PianetaCellulare.it [credit: Daniel Constante/Shutterstock]
Lo scorso 17 aprile 2024, la Commissione europea ha annunciato di avere inviato una richiesta di informazioni a TikTok, il popolare social media specializzato nei video brevi e con una grande fanbase di utenti molto giovani, in merito al lancio di TikTok Lite in alcuni paesi europei. La richiesta d’informazioni, inviata ai sensi del Digital Services Act (DSA), si concentra sul far luce sugli eventuali rischi per gli utenti della piattaforma di diventare troppo dipendenti dal guardare i video su TikTok. Una sorta di ‘valutazione del rischio‘ che ByteDance, la società cinese dietro a TikTok, avrebbe dovuto prendere in considerazione prima di lanciare TikTok Lite con il programma di rewards, al momento disponibile in Francia e in Spagna. Ma perché alla commissione europea preoccupa tanto? Come funziona questo programma e a cosa serve TikTok Lite?

TikTok Lite, l’app che ricompensa chi guarda video su TikTok

TikTok Lite non è una applicazione che si può trovare effettuando una ricerca nel Google Play Store o nell’Apple App Store. Effettuando una ricerca più approfondita, tramite il motore di ricerca Google, si possono trovare le app ‘TikTok Lite – Save Data‘ e ‘TikTok Lite‘ da considerarsi però come delle versioni ‘leggere’ dell’app principale TikTok, progettate per funzionare richiedendo meno risorse allo smartphone. Stando a quanto riferito dalla Commissione europea, tuttavia, in Francia e Spagna per utenti con più di 18 anni di età ha debuttato in questo mese di Aprile 2024 la nuova applicazione ‘Twitter Lite’ che dà accesso al programma di ricompense ‘Task and Reward Lite‘ che premia gli utenti in base alla loro attività in-app.

persona usa smartphone seduta sul divano, forse per guardare video
TikTok paga gli utenti per svolgere attività in-app – PianetaCellulare.it – [credit: Ground Picture/shutterstock]
Il programma di ricompense accessibile dall’app TikTok Lite consente agli utenti di ricevere dei punti, per esempio, guardando video o mettendo ‘mi piace’ ai contenuti disponibili oppure ancora raccogliendo nuovi iscritti a TikTok tramite inviti a chi ancora non è iscritto alla piattaforma. Punti che, raggiunte delle specifiche soglie, si possono convertire in premi, come ad esempio buoni Amazon, o convertire nella moneta virtuale di TikTok spendibile sulla stessa piattaforma per supportare i creators preferiti.

La richiesta di informazioni della Commissione europea

A preoccupare la Commissione europea è proprio questo meccanismo per cui TikTok incentiva gli utenti ad intrattenersi ancora di più sulla piattaforma, soprattutto per guardare video. Non a caso, nella sua comunicazione la Commissione scrive proprio:

“Si tratta del potenziale impatto del nuovo programma ‘Task and Reward Lite’ sulla tutela dei minori, nonché sulla salute mentale degli utenti, in particolare in relazione alla potenziale stimolazione di comportamenti di dipendenza. .”

La Commissione UE ai fornitori di TikTok ha dato tempo 24 ore per condividere la valutazione dei rischi sul potenziale impatto sugli utenti del nuovo programma di ricompense. Inoltre, ha dato tempo fino al 26 aprile 2024 per fornire ulteriori informazioni in merito a questo programma, in particolare sulle misure messe in atto per attenuare i potenziali rischi.

Una volta ottenute tutte le informazioni richieste da TikTok, la Commissione le analizzerà ed effettuerà tutte le sue valutazioni del caso per decidere il da farsi. Il fornitore della piattaforma dovrà fare attenzione alle informazioni che condividerà con la Commissione, la quale potrebbe decidere di imporre sanzioni qualora ricevesse delle informazioni sbagliate, incomplete o diversive ai sensi dell’articolo 74, paragrafo 2, della DSA.

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