ChatGPT al posto di Google Search? OpenAI ci starebbe lavorando da tempo

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Scritto da

Valeria Poropat

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Chiederemo a ChatGPT invece che a Google? I rumor online puntano in questa direzione ma quanto sarebbe diverso da quello che accade ora?

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OpenAI punta a demolire Google (pianetacellulare.it)

Le intelligenze artificiali potrebbero effettivamente lavorare al posto dei motori di ricerca? Una domanda che tra non molto forse non ci sarà più bisogno neanche di porsi.

Secondo alcuni messaggi che sono stati diffusi online da beneinformati, OpenAI avrebbe ingranato la marcia alta per trasformare la sua IA in un sostituto totale e completo anche di Google Search.

Cerchiamo però di capire che genere di esperienza di ricerca ci si può prospettare abbandonando quelli che possiamo definire vecchi metodi per passare alla conversazione con l’intelligenza artificiale. Perché in realtà OpenAI non è la prima società a entrare nel reame della ricerca online e cercare di piantare bandierina.

È arrivato il dominio search.chatgpt.com

A parlare del fatto che a quanto pare è apparso online il nuovo dominio search.chatgpt.com sono state due fonti su due piattaforme diverse. Qualcuno ha scritto dentro hacker news annunciando: “sono stati creati il dominio search.chatgpt.com e un certificato SSL” e, quasi a fargli eco, dall’account sul social che una volta chiamavamo Twitter di @nonmayorpete l’utente ha scritto “Search (dot) ChatGPT (dot) com 9 maggio”.

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ChatGPT pronto alle ricerche (pianetacellullare.it)

È chiaro quindi che se provi adesso ad andare all’indirizzo indicato non troverai nulla. Il debutto del motore di ricerca dovrebbe avvenire la prossima settimana ma intanto possiamo immaginare come sarà questa nuova esperienza. Perché, presi come siamo dalla intelligenza artificiale è chiaro che ci aspettiamo di trovarci di fronte a qualcosa di diverso da ciò che sperimentiamo quando apriamo il browser di fiducia e chiediamo a Google di rispondere alle nostre richieste.

Se hai provato a parlare con Gemini, la IA di Google, ti sarai facilmente accorto che le risposte sono corredate da note a piè di pagina. Note per i siti che l’intelligenza artificiale ha spulciato e che possono essere utili per ampliare il discorso. E c’è  anche da ricordare che, nella versione a pagamento, anche ChatGPT già spulcia la rete, quando non ha le risposte a portata di mano.

La profezia di Bill Gates si avvera?

Nella stessa arena in cui competono Google e OpenAI attraverso la versione a pagamento di ChatGPT e Gemini si muove anche quello che prima era Bing Chat di Microsoft e che adesso è semplicemente il Copilot.

Un assistente che nelle nuove generazioni di PC portatili ha un suo tasto sulla tastiera. Ma perché parliamo di Bill Gates e di intelligenza artificiale? Circa un anno fa Gates vaticinò la fine dei motori di ricerca per come li conosciamo: “non andrete mai più sul sito di un motore di ricerca. Non andrete mai più su Amazon“.

La dichiarazione riguardava il modo in cui la tecnologia sta sviluppando le intelligenze artificiali perché sostituiscano anche i motori di ricerca. Volenti o nolenti, quindi, ci troveremo a fare i conti con le IA anche solo per una ricerca online?

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