Google Plaso in risposta ad Apple Pay

Google sta testando un nuovo software chiamato 'Plaso' in grado di funzionare sui dispositivi Android e si attiverebbe quando l'utente entra in un negozio con un telefono Android in tasca. Il servizio permetterebbe ai clienti di pagare beni e servizi, avendo la possibilità, alla cassa, di dare all'impiegato del negozio solo le proprie iniziali.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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Google Wallet può non essere stato il successo che Google aveva sperato, ma secondo un rapporto di notizie da The Information, il gigante della Silicon Valley vuole tentare di entrare nel suo business dei pagamenti mobili introducendo non solo un ‘portafoglio digitale’ ma facenso pure da ‘registratore di cassa digitale’.

Più nello specifico, Google sta testando un nuovo software chiamato ‘Plaso‘, in grado di funzionare sui dispositivi Android e si attiverebbe quando l’utente entra in un negozio con un telefono Android in tasca. Il servizio Plaso – pronunciato "Play-So" – permetterebbe ai clienti di pagare beni e servizi, avendo la possibilità, alla cassa, di dare all’impiegato del negozio solo le proprie iniziali.

Con questo metodo, Google punterebbe a sfidare Apple nel campo dei pagamenti via smartphone, settore in cui la società di Cupertino sta ottenendo successo negli Stati Uniti con il sistema Apple Pay, annunciato a settembre e lanciato ufficialmente qualche settimana dopo.

Plaso dovrebbe utilizzare la tecnologia Bluetooth per rilevare l’applicazione di pagamento digitale sullo smartphone quando si entra in negozio o ci si trova in prossimità della cassa. A questo punto, basta solo dare iniziali o il nome al commesso in modo che possa trovare il portafoglio digitale rilevato dal sistema in cassa che appartiene all’individuo, e poi autorizzare un qualche tipo di trasferimento digitale come può essere Paypal.

Mentre The Information non è stato in grado di approfondire come Plaso dovrebbe funzionare nel dettaglio, come forma di sicurezza per l’autorizzazione di un pagamento alla cassa si dice che il commesso abbia la possibilità di vedere la foto dell’acquirente (che deve avere associato al proprio portafoglio digitale sullo smartphone), così da essere sicuro che il sistema sta elaborando esattamente il pagamento di chi è in quel momento alla cassa, al posto magari di un ID di identificazione personale o di un codice PIN. Se una forma di conferma dell’identità non venisse utilizzata, il rischio di errori o frodi sarebbe troppo alto – di tutte le forme di furto di identità, indovinare le iniziali di qualcuno è probabilmente la cosa più facile da fare.

Non c’è nessuna parola su quando Plaso potrebbe essere annunciato in via ufficiale. Come The Information giustamente ha sottolineato, Google sviluppa e prova molti prodotti che poi non vedono mai la luce del giorno.

Plaso, se quanto trapelato è vero, avrebbe già un vantaggio in partenza sul concorrente Apple Pay: una maggiore base di utenti. Infatti, sappiamo al momento che Plaso sfrutta la connessione Bluetooth di uno smartphone, che praticamente ogni dispositivo di ultima generazione integra. Apple Pay, invece, necessita di NFC e di un lettore di impronte per la verifica dell’identità.

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