Apple vorrebbe tagliare la produzione di iPhone e AirPods anche a causa della crisi in Ucraina

Apple avrebbe chiesto ai suoi fornitori di ridurre la produzione di iPhone SE 2022 di circa 2 milioni a 3 milioni di unità  per il prossimo trimestre, mentre di AirPods di oltre 10 milioni per il 2022 a causa degli effetti della crisi in Ucraina sull'industria tecnologica e dell'inflazione sulla domanda.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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Apple avrebbe previsto di ridurre la produzione di circa il 20% di iPhone SE nel trimestre rispetto a quanto originariamente previsto, mentre pare che il colosso di Cupertino abbia già ridotto gli ordini dei suoi auricolari AirPods per tutto il 2022, stando a quanto riferisce Nikkei Asia citando fonti "ben informate della questione". Questo taglio della produzione di iPhone e AirPods pare che sia una delle conseguenze della crisi in Ucraina e dell’inflazione, eventi che direttamente o indirettamente influiscono al negativo sulla domanda di prodotti di elettronica di consumo.

Apple ha lanciato la terza generazione del suo iPhone SE – il modello di iPhone considerato come un ‘iPhone economico’ per via del suo costo più basso rispetto agli altri iPhone nel listino dell’azienda di Cupertino – tre settimane fa circa come primo modello di questa gamma dotato di connettività mobile 5G. Secondo le fonti di Nikkei Asia, Apple starebbe informando più suoi fornitori di aver deciso di ridurre gli ordini di produzione di iPhone SE 2022 di circa 2 milioni a 3 milioni di unità per il prossimo trimestre, a causa di una domanda più debole di quanto previsto.

Per quanto concerne gli AirPods, di cui Apple è riuscita a spedire circa 76,8 milioni di AirPods nel 2021 secondo i dati di Counterpoint Research, Nikkei Asia riporta che Apple abbia deciso di ridurre gli ordini per questi suoi auricolari (senza specificare il modello esatto, ndr) di oltre 10 milioni di unità per tutto il 2022. Anche per questi il motivo non cambia: Apple avrebbe previsto un calo della domanda di AirPods, e quindi vorrebbe evitare l’accumulo di unità invendute nei magazzini.

Da quanto appreso, Apple avrebbe anche chiesto ai suoi fornitori di realizzare un paio di milioni di unità in meno di telefoni della gamma iPhone 13 rispetto a quanto pianificato in precedenza, ma questo taglio verrebbe attribuito ad un calo ‘stagionale’ della domanda.

Secondo Nikkei Asia, la decisione prese da Apple di tagliare la produzione per l’iPhone di sua più recente introduzione "potrebbe innescare effetti a catena su altri produttori di elettronica di consumo" e quindi potremmo assistere a mosse simili da parte di altri colossi dell’alta tecnologia.

Oltre alla possibili spiegazioni di questa mossa di Apple date da Nikkei Asia – in primis la guerra in Ucraina che ha portato a pesanti sanzioni economiche nei confronti della Russia da parte di Stati Uniti ed Europa, e poi l’inflazione che sta portando moltissimi prodotti a costare di più provocando un aumento del costo della vita e delle attività lavorative – c’è da ricordare anche la crisi sanitaria che sta colpendo molto la Cina in questo periodo, con il lockdown di città come quella di Shenzhen all’inizio di questo mese che hanno fermato la produzione di Foxconn e altri produttori di elettronica.  Ricordiamo, inoltre, che Apple ha intrapreso una serie di azioni in risposta all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, come la sospensione della vendita di suoi prodotti e la limitazione di Apple Pay e altri suoi servizi nel Paese. Con queste azioni, Apple non avrà bisogno di unità di iPhone e AirPods da spedire in Russia.

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