Immuni interagisce con app analoghe in Europa, e’ interoperabile

Questa nuova funzionalità  consente la circolazione all'interno dell'Unione europea senza richiedere ai cittadini di scaricare app diverse per ogni paese.

Scritto da

Simone Ziggiotto

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La tanto discussa applicazione Immuni, quella che serve ad avvertire gli utenti che hanno avuto un’esposizione a rischio Covid-19, cresce non solo nel numero di download ma anche di funzionalità. Superata ormai la soglia dei 9 milioni di download, a cinque mesi dal lancio lo scorso giugno, adesso l’app Immuni è interoperabile con le applicazioni analoghe usate in Germania e Irlanda. L’annuncio è stato fatto dalla pagina ufficiale su Facebook dedicata a Immuni (@appimmuni) e anche dal ministro dell’Innovazione Paola Pisano sulla sua pagina Facebook.

L’Italia è il primo paese, insieme a Germania e Irlanda, ad attivare l’interoperabilità dell’app nazionale ufficiale utilizzata per il contact tracing (tracciamento dei contatti) automatico. Questa nuova funzionalità consente la circolazione all’interno dell’Unione europea senza richiedere ai cittadini di scaricare app diverse per ogni paese.

"Immuni App da oggi amplia il suo raggio d’azione ed è interoperabile con le applicazioni di notifica di esposizione al rischio di contagio da Covid-19 adottate dagli altri Paesi europei" ha annunciato Paola Pisano. "Ringrazio la Commissione europea e la presidenza tedesca del Consiglio dell’Unione europea per l’impegno che ha portato all’interoperabilità."

Come funziona l’app Immuni già lo abbiamo spiegato. In breve, ricordiamo che è stata sviluppata per aiutare a combattere l’epidemia del Covid-19. Grazie alla funzionalità di contact tracing, quando un utente scopre di essere positivo al virus, Immuni gli permette di avvisare in modo anonimo le persone con cui è stato a stretto contatto e che potrebbe quindi aver contagiato. L’app rispetta la privacy: non raccoglie dati che permettono di risalire all’identità di chi la utilizza (non chiede, né è in grado di ottenere, il nome, cognome, data di nascita, indirizzo, numero di telefono o e-mail) e non traccia gli spostamenti. L’app genera codici casuali che gli smartphone si scambiano tramite bluetooth. Venendo informate tempestivamente (potenzialmente ancor prima di sviluppare i sintomi del Covid-19), le persone possono quindi contattare il loro medico di medicina generale per procedere con l’analisi della propria situazione clinica.

La nuova funzionalità di interoperabilità significa che Immuni e le app degli Stati dell’Unione che utilizzano analoga tecnologia possono scambiarsi i codici alfanumerici generati dagli smartphone e avvisare gli utenti se sono stati a stretto contatto con un altro utente positivo al Covid-19, nel proprio Paese o in un altro Paese europeo. Prima di questa funzionalità, l’app Immuni non funzionava al di fuori dell’Italia.

L’interoperabilità delle applicazioni consente quindi la circolazione all’interno dell’Unione europea senza richiedere ai cittadini di scaricare app diverse per ogni nazione. Gli italiani che dovranno recarsi in Germania o Irlanda potranno qui continuare ad utilizzare Immuni attivando in questa la funzione che consente di ricevere notifiche di eventuali contatti stretti con persone positive al virus durante la permanenza in quel paese, senza dover scaricare l’analoga app sviluppata nel paese di destinazione.

Italia, Germania e Irlanda, sono i primi tre Stati dell’Ue ad avviare l’interoperabilità delle applicazioni per aiutare a contenere la diffusione del Covid19 ma nelle prossime settimane si aggiungeranno a questo elenco anche gli altri Paesi.

Il ministro dell’Innovazione Paola Pisano ha spiegato che questa soluzione di interoperabilità è stata progettata da un gruppo di lavoro nell’ambito della Commissione europea e consiste in uno snodo di interscambio (gateway) per i sistemi di notifica delle diverse applicazioni nazionali permettendo di condividere i codici delle persone positive al Covid-19.

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