Rivoluzione Sony, forse addio a Smartphone e Tv ma non solo

Quella di Sony sembra una vera rivoluzione, che ricorda molto quella gestita qualche anno fa da IBM, con una ristrutturazione globale della società, che potrebbe portare ad una serie di spin off di rami aziendali considerati non fondamentali e strategici.

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Redazione

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Quella di Sony sembra una vera rivoluzione, che ricorda molto quella gestita qualche anno fa da IBM, con una ristrutturazione globale della società, che potrebbe portare ad una serie di spin off di rami aziendali considerati non fondamentali e strategici.

Se le informazioni che circolano negli Stati Uniti fossero confermate, Sony potrebbe restare con soli 3 settori di competenza ovvero Playstation, Fotografia e intrattenimento, avviando una rivoluzione interna che spinga sull’evoluzione immateriale, come giochi e software, piuttosto che sui sistemi hardware, fortemente deprezzati.

Anni fa, IBM aveva rinunciato totalmente alla produzione di Pc, concentrandosi esclusivamente sugli ambiti tecnologici collegati al software, consentendo al colosso americano di tornare a crescere e consolidarsi.

Gli altri settori, quali Tv, audio e Smartphone tra i principali, potrebbero essere ceduti ad altre aziende perchè considerati oggi non solo poco profittevoli, ma con outlook negativo con la crescita di pari passo dei colossi cinesi che, anno dopo anno, stanno conquistando anche i mercati esteri.

La separazione potrebbe da una parte portare alla vendita di alcuni rami aziendali, come per esempio quello Tv e Mobile abbastanza in salute o rimpicciolire le strutture per poi aggregarle a partner esterni, per potenziare e rilanciare alcuni prodotti, come la precedente joint venture Sony Ericsson.

Sony si trova ad oggi con un bilancio fatto di luci e ombre: da una parte, il settore Foto e Gaming che con Playstation gira alla grande, dall’altra settori in significativa riduzione come quello Tv che appesantisce e non di poco i conti della società giapponese.

Lo abbiamo già visto con Google e Motorola: acquisiti i brevetti, Google ha ceduto la componente hardware, ovvero Motorola, alla cinese Lenovo, sbarazzandosi di un bel problema.

Produrre hardware, oggi, non crea profitto, per via di un mercato sempre più spinto al ribasso e dove l’evoluzione tecnologica e la standardizzazione globale consente ormai a chiunque di produrre un proprio smartphone top di gamma senza problemi.

Esistono decine di società pronte a produrre il vostro smartphone perfetto anche per meno di 50 dollari o equivalenti ai top di gamma per poco più di 100 dollari.

In questo frangente, Xiaomi ne è la dimostrazione, capace di fatto di realizzare prodotti equivalenti ai top di gamma ma arrivando con un prezzo di listino scontato di oltre due terzi.

Sony Xperia E4

Sony acquista la quota di Ericsson in Sony Ericsson

L’avventura di Sony nel mondo mobile inizia ufficialmente ad Ottobre 2011, quando la società ha rilevato ufficialmente la quota in carico ad Ericsson, nella joint venture Sony – Ericsson che per qualche anno, ha gestito la componente mobile delle due società.

I primi successi commerciali di Sony sono però arrivati più tardi, a partire dal 2013 per poi toccare l’apice nel 2014, con una serie di prodotti piuttosto buoni e con ottimi rapporti qualità / prezzo.

Tuttavia, Sony si è trovata a dover competere senza una strategia vincente in un mondo conteso oggi tra Samsung ed Apple. Sony ha lavorato sull’onda Android, ma rappresenta uno dei tanti produttori senza particolari caratteristiche distintive.

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